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Secondo un recente studio dell’Istituto superiore di sanità, l'iPhone 12 può interferire con il normale funzionamento dei pacemaker e defibrillatori impiantabili a causa del suo elevato campo magnetico. Il rischio si corre se l’iPhone viene tenuto a una distanza inferiore a un centimetro dal dispositivo cardiaco. Apple raccomanda di tenere l’iPhone a una distanza minima di 15 centimetri dal cuore.
Alcuni studi sull’iPhone 12 hanno fatto emergere che il dispositivo della Apple usa un meccanismo di ricarica wireless che può interferire con il funzionamento di un pacemaker o un defibrillatore impiantabile.
Sarebbero casi rari, secondo un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), perché avvengono quando c’è un allineamento preciso dell’iPhone sul dispositivo e a una distanza inferiore a un centimetro. Il problema sembra essere dovuto all’elevato campo magnetico generato dalla tecnologia Magsafe di proprietà Apple, che con una matrice circolare di magneti presente all’interno dell’iPhone consente di interagire con i magneti presenti nel suo caricatore wireless. Il campo magnetico così generato dall’iPhone ha un’intensità superiore a quella a cui sono normalmente immuni i dispositivi cardiaci e, se posto a stretto contatto, può bloccare il dispositivo, mettendo a rischio lo stato di salute dei pazienti.
Si raccomanda quindi ai portatori di dispositivi cardiaci di tenere l’iPhone 12 e analoghi device che utilizzano la tecnologia MagSafe, distante dal petto e di non riporlo nel taschino della giacca. Secondo Apple, con cui concordano le autorità sanitarie, l’iPhone dovrebbe essere tenuto a 15 centimetri dal dispositivo cardiaco.
I pacemaker e defibrillatori sono dispositivi medici salvavita che permettono di tenere sotto controllo il ritmo cardiaco in persone che soffrono di aritmie cardiache e in caso di alterazioni di riportarlo alla normalità mediante degli impulsi elettrici.
Le loro prestazioni possono essere compromesse quando entrano in stretto contatto con campi elettromagnetici esterni ad alta intensità, che possono essere generati da dispositivi che utilizzano elettricità e magneti. I dispositivi medici moderni, in pratica quelli progettati a partire dal 1980, sono dotati di sensori magnetici sensibili all’applicazione esterna di un magnete, questo perché durante alcune pratiche cliniche, per esempio una risonanza magnetica o una radioterapia, è necessario proteggere il dispositivo dall’interferenza magnetica. L’attivazione del sensore porta il pacemaker in uno status che in gergo tecnico si chiama “modalità asincrona” (continua a funzionare ma in una modalità predefinita e non più in accordo con il ritmo naturale del cuore), mentre per il defibrillatore l’interferenza impedisce il riconoscimento di un’aritmia ventricolare e quindi non viene applicata la terapia richiesta. Status che, in un ambiente clinico in cui il paziente è tenuto sotto controllo da personale qualificato, non desta particolari preoccupazioni, ma che se si verifica nella vita reale in maniera accidentale potrebbe causare malessere nel paziente e metterne a rischio la salute.
Bisogna dire, però, che la possibilità che i campi magnetici statici causino un malfunzionamento di un pacemaker o un defibrillatore è piuttosto remota nella vita reale. Perché questo avvenga, è necessario che il dispositivo elettronico (smarthphone o altro) emetta un campo intenso e che sia molto vicina al dispositivo cardiaco. Bastano pochi centimetri per evitare l’interferenza. Infatti, l’intensità del campo magnetico si riduce rapidamente man mano che ci si allontana dalla sorgente. Certo, non si può escludere del tutto. Per questo nei manuali d’istruzione dei dispositivi cardiaci si trova la raccomandazione di non avvicinarsi a sorgenti di campi magnetici statici elevati come quelli presenti in prossimità di casse acustiche ad alta potenza, clip magnetiche per borse e custodie e di sostare per breve tempo presso i varchi per il controllo di persone. Inoltre, le norme ISO che regolamentano la produzione dei dispositivi cardiaci (14117:2019 e ISO 14708-6) richiedono che l'attivazione del sensore possa avvenire solo in caso di esposizione a campi magnetici statici con una densità di flusso superiore a 1 mT (millitesla).
Considerando che il numero e il tipo di oggetti che contengono magneti è in costante aumento (smartphone, cuffie auricolari…), il problema dell’interferenza elettromagnetica nei confronti dei dispositivi cardiaci non può essere sottovalutato, viste le ripercussioni che può avere.
La tecnologia di ricarica wireless, sempre più utilizzata negli smartphone e smartwatch di ultima generazione, si basa sull’utilizzo di magneti per permettere l’allineamento tra caricatore e smartphone (o smartwatch).
L’alimentatore MagSafe della Apple sfrutta l’utilizzo di magneti per aderire perfettamente all’iPhone e ricaricare wireless diversi modelli di iPhone: iPhone 13, iPhone 13 Pro, iPhone 12 e iPhone 12 Pro. La presenza dei magneti genera un'intensità di campo che, secondo diversi studi, rende possibile l’attivazione non voluta del sensore magnetico dei dispositivi cardiaci, rendendo quindi meno remota questa probabilità, finora considerata rara con i vecchi cellulari, visto l’uso diffuso di questo tipo di telefono, ma anche l’abitudine di alcune persone di riporlo proprio nel taschino della giacca.
A esprimere preoccupazioni circa le interferenze magnetiche dell’iPhone 12 con dispositivi cardiaci è stata una ricerca pubblicata agli inizi del 2021 sulla rivista “Hearth Rhythm” che ha condotto una serie di test su un portatore di defibrillatore: ogni volta che l’iPhone 12 veniva avvicinato al dispositivo cardiaco, attivava l’interruttore magnetico presente nel defibrillatore, disattivando la funzione di shock necessaria in caso di aritmia ventricolare.
Una ricerca che ha avuto una certa risonanza sui media, per cui Apple ha ritenuto opportuno sottolineare nelle istruzioni per l’uso che: “Dispositivi medici come pacemaker e defibrillatori impiantati potrebbero contenere sensori in grado di reagire a magneti e radiofrequenze quando si trovano a stretto contatto. Per evitare potenziali interazioni con questi dispositivi, tieni il tuo iPhone e gli accessori MagSafe a una distanza di sicurezza dal dispositivo (a più di 15 centimetri di distanza, o più di 30 centimetri nel caso in cui si attivi la ricarica in modalità wireless)”.
La ricerca di “Hearth Rhythm” aveva testato l’iPhone 12 su un solo dispositivo cardiaco, pertanto i risultati non erano generalizzabili a tutti i pacemaker e defibrillatori impiantabili in quanto la funzione di attivazione del magnete può cambiare da dispositivo a dispositivo.
Per questo motivo l’Istituto Superiore di Sanità ha ritenuto necessario fare uno studio per valutare in laboratorio, con l’uso di un simulatore di battito cardiaco, gli effetti dell’iPhone 12 e dei suoi accessori MagSafe su un campione di 12 dispositivi impiantabili (Abbott, Biotronik, Boston Scientific, Medico, Medtronic, Microport) rappresentativo del mercato italiano.
L'iPhone 12 è stato posto in diverse posizioni rispetto al dispositivo e a diverse distanze. Si è partiti da una distanza zero con incrementi di 1 mm fino a una distanza in cui l’interruttore magnetico non era più attivato. I risultati hanno mostrato che alla distanza zero il magnete presente nell’iPhone 12 era in grado di attivare inavvertitamente l’interruttore magnetico di tutti i pacemaker e defibrillatori impiantabili testati. Il fenomeno, però, è stato osservato fino a una distanza massima di 1 cm, con differenze tra i vari modelli che vanno da 0,2 a 1 cm. Va comunque sottolineato che l'attivazione della modalità magnetica è stata osservata solo in alcune specifiche posizioni dell'iPhone rispetto al dispositivo, pertanto nella maggior parte delle posizioni il fenomeno non si innesca.
Lo studio dell’Iss ha anche mappato i livelli di campo magnetico generati attorno all’iPhone 12. Quando l’iPhone era posto a stretto contatto con il pacemaker, il campo magnetico era di 5 millitesla, pertanto più alto di quello a cui sono normalmente immuni i pacemaker e i defibrillatori impiantabili (circa 1 millitesla).
L’attivazione non voluta dell’interruttore magnetico può accadere raramente anche in altre situazioni di vita comune in presenza di magneti, ma data la grande diffusione dell’iPhone 12 e l’abitudine di mettere lo smartphone nel taschino, l'attivazione involontaria della modalità magnete provocata da iPhone 12 può essere meno rara.
Non è la prima volta che il problema dell’interferenza elettromagnetica degli smartphone arriva all’attenzione dei cardiologi. Già da tempo l’American Heart Association aveva sollevato preoccupazioni sull’interferenza dei campi magnetici esterni sul funzionamento dei dispositivi cardiaci impiantabili, e aveva stilato una lista degli oggetti più pericolosi dove gli smartphone erano stati classificati a “rischio molto basso”.
Gli studi che hanno rilevato il rischio per i portatori di dispositivi cardiaci riguardano solo l’iPhone 12 della Apple, ma il problema può essere esteso anche a Apple 13 che utilizza la stessa tecnologia MagSafe. Sul sito di Apple (https://support.apple.com/it-it/HT211900) sono visibili i diversi dispositivi che contengono magneti a cui un portatore di pacemaker o defibrillatore dovrebbe prestare attenzione. Non solo. Non si può escludere che altri smartphone con un analogo meccanismo di ricarica wireless siano interessati dalla stessa problematica, ma non si hanno a disposizione informazioni per poterlo affermare. La Food And Drug Administration, l’agenzia americana deputata al controllo dei farmaci e dispositivi medici, nelle sue raccomandazioni non fa riferimento allo smartphone Apple, ma a smartphone e smartwatch a elevato campo magnetico e raccomanda ai portatori di pacemaker e defibrillatori impiantabili di adottare delle semplici precauzioni:
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