TORINO - Come torri di Babele al contrario, erette verso il cielo non per dividere ma per capirsi, le cataste di cibo e indumenti salgono di minuto in minuto. A destra le cose da mangiare, a sinistra quelle per coprirsi e scaldarsi. Da 48 ore è una processione senza fine, nel silenzio della piazza dell'ex arsenale, ma qui al Sermig l'unica bomba è l'umanità che deflagra da quasi quarant'anni, è il corteo dei torinesi che fermano automobili e furgoni, parcheggiano, aprono bagagliai e scaricano borse e scatoloni.
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