Da Umberto Righi, presidente Fi.Ma. Chiavari
Finalmente son cadute le piogge, non abbondanti ma sufficienti per far partire il micelio, e tra gli appassionati c’è già fermento: facciamo il punto dove cercarli e come comportarsi per la raccolta. Le burrasche di questi giorni potrebbero essere sufficienti per attivare le prime nascite già da questo fine settimana e continuare per tutto settembre ed ottobre e forse parte di novembre. Sotto la lente sono i boschi di castagno e di faggio, particolarmente nelle zone più gettonate come quelle in alta valle Sturla, val d’Aveto e Fontanabuona, che si raggiungono anche in meno di mezz’ora di macchina partendo dalle nostre città del Tigullio.
Sia chiaro di porcini ne sono stati trovati già a giugno, in Aveto sul monte Penna e sull’Aiona nell’alta valle Sturla, e sullo Zatta, ma sono per pochi, quelli che conoscono la “fungaia” dove c’è la “pianta madre” e dove farà capolino il primo fungo “il fiorone”, poi seguito, se ci saranno le condizioni, da tanti altri distribuiti a raggiera tutto attorno alla “madre”. Quelli nati in questo giugno 2022, ma decisamente pochi, pochi, erano da mangiare subito perché non adatti alla conservazione, poi il caldo “africano” ha fermato tutto ed anche i più temerari hanno rinunciato perché una manciata di porcini, non giustificava la fatica di ore di cammino e la levataccia mattutina. Però ora, con le piogge e burrasche localizzate “temporali di calore” che quasi ogni pomeriggio “annaffiano” il terreno, e la calura lascia spazio al fresco mattutino consono al clima ligure, camminare nei boschi diventa piacevole, per cui in tanti si preparano alla grande “caccia al porcino”.
MA DOVE NASCONO I FUNGHI? Quando si parla di funghi, non si può dare per certa la nascita, in nessun caso, specie dopo mesi di siccità, perché il terreno duro e secco, anche se inumidito con le piogge cadute, potrebbe non essere pronto per la creazione delle muffe da cui si genera il “micelio” ossia la radice o meglio pianta per la propagazione dei funghi. L’attento cercatore di funghi, da giorni scruta il cielo, e se non basta la percezione di dove è piovuto, si fa un giretto in zona “ricerca” per constatare se il terreno si è bagnato a sufficienza e ritornarci dopo 10 giorni (se castagni) e 15 giorni (se faggi) x le prime raccolte. Ma oltre alla pioggia occorre fare altre considerazioni.
ALTITUDINE DEI BOSCHI – NATURA DEI BOSCHI – TIPOLOGIA DEL TERRENO. L’altitudine metrica rispetto al livello del mare è significativa, sia per la tipologia della vegetazione, sia per le temperature climatiche, non che per l’ambiente del sottobosco. Generalmente entro i 600-700 m slm i boschi possono essere formati da castagni, da quercia (cerro), da acacia. Oltre tale altezza queste specie non resistono e si incontrano, da 700-900 m slm in su, faggio, pino e abete composte da ampie e fitte foreste.
BOSCHI DI CASTAGNO – Tra questi, i boschi di castagno, sono i più frequentati perchè appunto più vicini ai paesi, e curati con piante domestiche (piantate o innestate dagli avi), che in passato venivano accudite, privandole dei “ferloni o bastardi” che si formano alla base del fusto, dando forza alla pianta e al frutto, raccolto ed essiccato per farne farina. Tali boschi venivano anche tenuti puliti, col taglio dell’erba e raccolta delle foglie di castagno cadute per distribuirle a terra nelle stalle; tale cura e pulizia del terreno andava a favorire la formazione di tappeti di muschio, che aiutava non solo la raccolta delle castagne , ma manteneva umido il terreno, favorendo la nascita dei funghi. Questi boschi, assolvevano anche ad altre esigenze, come la coltivazione e raccolta dei mirtilli, o la produzione della legna per scaldare la casa nell’inverno, per cui si bonificava il terreno e si consolidava, creando muretti a secco, formando terrazze che aiutavano la raccolta dei frutti del bosco. Con i “ferloni”(i bastardi giovani verdi) si costruivano i “cavagnà” o le “gabbie” per trasportare il fieno o le foglie di castagno (con i muli o in spalla) , o ancora con i ferloni tagliati a strisce si costruivano cestini “cavagne o gerle” per i funghi o si creava il rivestivano per le damigiane. Le foglie di castagno verdi si mettevano a protezione dell’impasto di pane tanto che la campana in ghisa non lo bruciasse mentre coperta di cenere e carbone cuoceva in pane casereccio (buonissimo). Stessa cosa per il castagnaccio, o per i testetti (a quei tempi la carta forno non esisteva). La morte dei vecchi contadini, il progresso e l’aumento del costo della vita, il poco reddito ed il grosso dispendio di tempo ed energie che tale lavoro portava alle famiglie, ha favorito l’abbandono e spopolamento dei paesi. Da qui la cura del bosco e dei castagni è andata via via perdendosi, sino a scomparire del tutto, per cui i grossi castagni non più curati, nel tempo si sono ammalati, il muschio e le piante di mirtillo sono morte soffocate da strati di foglie. I grossi castagni, malati e secchi, tagliati hanno lasciato spazio a decine e centinaia di ferloni, inselvatichendo il bosco, rendendolo scuro, impenetrabile alla luce del sole. Tali condizioni le viviamo oggi, condizioni di abbandono che hanno ucciso ed impoverito il sottobosco, perdendo anche le potenzialità per una distribuita e massiccia nascita di funghi.
Non dico che in tali boschi di funghi non ne nasce più, per fortuna la natura in qualche modo si fa spazio, per cui vuoi il vento o le piogge, le foglie secche muovendosi creano strati più sottili che permettono alle piogge di raggiungere il terreno, ed ai funghi di fare capolino per farsi trovare.
Nei boschi di castagno sono moltissimi i funghi commestibili che potremo trovare, dal classico e prelibato “porcino” nelle varie razze: boletus edulis, boletus pinicola (lombardo o bertone), boletus aereus (moro), boletus reticulatus, ma possiamo raccogliere vari tipi di “colombine” come: russula virescens (colombina verde), russula aurea (colombina dorata, giallo-rossa), russula cyanoxantha (colombina maggiore), russula vesca (colombina rosa), oppure i conosciutissimi “galletti o finferli”, cantharellus cibarius, o ancora i dentini, hydnum repandum, e i chiodini armillaria mellea, senza dimenticare gli “ovuli” amanita caesarea (ovolo buono), o ancora l’onnipresente mazza di tamburo macrolepiota procera (tiullo), o i meno conosciuti castagnini tricholoma acerbum, o i peven clitocybe nebularis, e la grifola grifos frondosus (barbigin in liguria), che nasce nei tronchi cavi dei castagni.
Attenzione: importante non confonderli con i funghi velenosi
BOSCHI DI QUERCIA (CERRO) – Nel nostro entroterra si incontrano anche boschi con querce, conosciuta anche con il nome di cerro. Spesso tali alberi si alternano ai castagni, specie ove l’abbandono del bosco e conseguente taglio della castagno domestico, ha favorito la fioritura di piante più forti e spontanee come la quercia che si riproduce tramite ghiande, spesso trasportate dagli animali. Tali boschi di querce favoriscono la crescita degli stessi funghi che troviamo nei castagni, con la differenza che il terreno resta più spoglio o libero da foglie, che essendo più piccole e sottili si distruggono in breve tempo o con facilità spostate dal vento, per cui il terreno restando spesso scoperto assorbe meglio la pioggia ma di conseguenza asciuga più velocemente in presenza di vento o con i raggi del sole.
BOSCHI DI ACACIA – Purtroppo questa pianta, introdotta dall’America in Europa e poi giunta in Italia intorno al 1665, è stata usata per rimboschimenti in alcune regioni, ma a causa della propria natura “molto infestante”, la si trova fortunatamente non oltre i 600 m slm. Si riproduce tramite semi, ma pure tramite radici; proprio i fiori e i semi son molto graditi agli uccelli anche i migratori distribuendoli ovunque tanto che in pochi secoli, si riscontra abbondante in molte regioni d’Italia. In molte zone è stata piantumata per consolidamento di pendii scoscesi e franosi. La veloce crescita ne fa una ottima scorta da legna da ardere, per cui i tagli di interi boschi sono frequenti, ma con essi proliferanno anche piante infestanti come i rovi e i rampicanti in gergo “luiassa”, rendendo difficile il solo addentrarsi in tali foreste. Nei boschi di acacia, scegliendo quelli più accessibili e meno scoscesi, nascono alcuni funghi, di rado o quasi mai i porcini, ma si trovano varietà di colombine, galletti e mazze di tamburo.
BOSCHI DI FAGGIO – Oltre i 600-800 metri slm, incontriamo i faggi, e con essi la ricchezza di opportunità che tali foreste regalano al cercatore di funghi. Come tutti gli alberi anche il faggio, trova una diversa distribuzione o densità, in base all’ambiente, conformazione del terreno o alla manutenzione che l’uomo apporta in tali foreste. Infatti il faggio ha la caratteristica di moltiplicare le fronde, allargandosi con tanti “ferloni”, sino ad oscurare in modo evidente il sottobosco. Per cui in tempi cadenzati i proprietari ottengono l’autorizzazione del taglio, lasciando a distanze convenzionali alcuni alberi che in poco tempo aumenteranno le fronde, e dal ceppo tagliato già l’anno successivo avremo nuovi ferloni, che se non potati daranno vita a decine di tronchi. La flora del sottobosco si differenzia molto dal tipo di terreno e densità delle fronde, infatti in boschi luminosi con faggi curati dall’uomo (con asportazione dei ferloni) si vede la nascita di piante spontanee come mirtilli, felci o lamponi (cercate bene in queste zone perché solitamente nascondono vere fungaie), mentre in presenza di boschi fitti e non curati, la penombra impedisce il proliferare della flora, ma lo spesso strato di foglie protegge comunque il micelio (la radice del fungo) e nasconde per giorni la crescita del frutto (il fungo), spesso facendo capolino già in dimensioni adulte. Molti appassionati riescono a percepire la presenza del fungo anche se totalmente nascosto sotto le foglie, grazie al leggero rialzamento delle stesse (montagnetta), che al leggero contatto con la punta del bastone, si va a scoprire la testa ancora bianca del porcino o della colombina. MAI RASPARE per non guastare il micellio dei funghi, e MAI METTERE LE MANI prima di essersi sincerati che non vi sia qualche vipera pronta a mordere.
Ritengo che il faggio, grazie alle piccole e ovali foglie, crea i presupposti per una accogliente proliferazione di “miceli”, infatti gli strati di foglie mantengono la giusta umidità del terreno, e lo proteggono dagli sbalzi climatici, dal vento e dalle forti piogge, come dalle improvvise grandinate o nevicate. Quanto detto, dovrebbe far riflettere l’attento cercatore di funghi, e se andiamo ad aggiungere le condizioni climatiche che si incontrano intorno ai 1000 m slm, possiamo capire come anche in assenza di piogge, ma con il ripetersi di giornate di nebbia, si possano avere abbondanti raccolti di funghi. Raccolti di funghi che, anche con qualsiasi condizione climatica, rispetto a castagneti e querce, sono sempre quintuplicati, una ragione per cui nelle faggete si radunano sempre migliaia di cercatori ogni giorno a fine estate. Che poi alcuni dicano che i porcini dei faggi non hanno odore, questo è vero, ma la quantità di raccolta, la consistenza del corpo, la quasi totale mancanza di vermi, a volte o quasi sempre vince sul gusto……
FORESTE DI ABETE O PINO – A partire dall’ 800 sino oltre 1900 in Liguria tramite progetti del Corpo Forestale si sono realizzati ampi rimboscamenti con abeti, a partire da altezze metriche intorno agli 800 m slm sino ad oltre 1500 m. slm, vere e proprie foreste oggi quasi tutte racchiuse in parchi o aree demaniali. Oppure le pinete, anch’esse oggetto di progetti di piantumazione proseguiti sino al 1970 circa, si incontrano a livelli metrici anche inferiori (tra 500-800 m slm) qui e là disseminate, alcune ancora integre e compatte, altre distrutte da incendi e sostituite da flora mista di castagni, faggi e querce. In questi boschi, solitamente ombrosi, i cercatori di funghi a fine stagione trovano porcini, colombine, galletti, mazze di tamburo e specificatamente nelle pinete si incontrano anche sterminate distese di sanguinin.
LE ZONE DA FUNGHI – Nella nostra Liguria abbiamo tutto il mare e i monti, i fiumi e i laghi, i prati e i boschi. Appunto i boschi si raggiungono in 10 minuti di macchina dalla città, ma se siamo pignoli e vogliamo raggiungere luoghi più gettonati in 40 minuti o poco più siamo nei boschi dei Consorzi di Borzonasca, o se preferite quelli della Val Fontanabuona o nel versante padano Rezzoaglio, Val Penna e foreste demaniali del Parco Aveto. Ne abbiamo per tutti i gusti e in questi itinerari trovate sempre una ottima trattoria, o rifugio dove pranzare e pernottare.
Per chi viene dalla città e si cimenta nella ricerca dei funghi le prime volte non è tutto facile, perchè tra un bosco e l’altro anche se simili, spesso ci sorprende vedere che in uno si raccoglie porcini in buon numero, mentre nell’altro di porcini manco l’ombra o a malapena qualche colombina. Spesso la carenza di nascite è dovuto al tipo di terreno, se pietroso o terroso, se più acido o meno, se esposto ai venti, se più ombroso o meno. Purtroppo sono infinite le variabili, e se, per la pesca si deve avere il “senso dell’acqua e l’abilità tecnica”, anche nella ricerca dei funghi si deve seguire il “sesto senso” che matura solo con l’esperienza, con la passione, con il ragionamento, con l’attenta osservazione del sottobosco, luce e consistenza degli alberi, posizione, e tanti piccoli ma significativi segnali. Quando si maturano tutte queste conoscenze ci potremo definire un vero “fungaiolo”.
SEGUIAMO LE REGOLE – L’andare a funghi però deve portare al rispetto per le regole ovunque, sia nei boschi liberi e sia nei boschi consorziati privati, per esempio le quantità giornaliere ovunque sono vincolate al massimo di 3 kg di funghi a persona (salvo nel proprio bosco) e occorre seguire le modalità di ricerca, ossia munirsi di permesso di raccolta nei consorzi, e ovunque utilizzare idoneo cestino forato per contenere i funghi raccolti. Per cui andiamo ad illustrare le regole imposte dalla Legge Regionale n° 17/2014 e le modifiche apportate dalla LR 8/2015, nell’insieme dei testi disciplinando maggiormente non solo la raccolta, ma pure la gestione dei consorzi e regole per la commercializzazione dei funghi. La Regione Liguria con l’apposita legge, dispone l’individuazione degli enti gestori del patrimonio boschivo, e i consorzi comunali che regolamentano la raccolta dei prodotti del sottobosco, gli ambiti di raccolta, i limiti quantitativi della raccolta, la stagione di raccolta, modalità di raccolta e divieti.
VEDIAMO ORA DI RIEPILOGARE LE REGOLE PER LA RACCOLTA:
1. Ambiti di raccolta e organizzazione: Come ambiti di raccolta si distinguono 3 diverse tipologie:
Nel caso di boschi liberi (sempre e comunque proprietà private), non è previsto alcuna autorizzazione ed il quantitativo di raccolto non deve superare (per tutti) la quantità di 3 kg previsti dalla legge. Il proprietario se non vuole avere gente nel bosco deve ai sensi di legge “recintarlo” e apponendo cartelli DIVIETO di ACCESSO Proprietà Privata. In caso contrario chi accede nel bosco può solo raccogliere funghi, mentre il taglio di alberi e la raccolta di frutti all’albero può ritenersi furto e perseguibile con denuncia penale ed arresto.
Nei boschi privati consorziati, definiti da apposita tabellazione che ne traccia i confini in modo visibile, ci si deve munire di apposita autorizzazione a pagamento che può essere giornaliera o stagionale, con diversità di prezzi e che comporta sempre la specifica osservanza del regolamento di raccolta.
Nei boschi demaniali la raccolta sarebbe vietata, fatto salvo se l’Ente pubblico gestore ne autorizza la raccolta con permesso a pagamento nei giorni e quantità definiti, seguendo un apposito regolamento che può essere maggiormente restrittivo rispetto alla legge in oggetto. Anche nei boschi demaniali i permessi di raccolta sono giornaliero, settimanale e stagionale, con agevolazioni per i residenti nel territorio del Parco.
Ogni consorzio comunale, privato o ente ha facoltà di agevolare la raccolta a pensionati o giovani, specificando clausole e modalità nel proprio regolamento.
2. Limiti quantitativi di raccolta giornaliera: in tutto il territorio della regione Liguria, compreso boschi liberi, boschi consorziati e foreste demaniali, la raccolta dei funghi è consentita soltanto per le specie commestibili e per una quantità giornaliera nei seguenti limiti – per la specie “porcino” (boletus reticulatus, edulis, aereus e pinicola) fino a un massimo di 3 (tre) kg per persona; di cui per la specie “ ovolo buono” (amanita caesarea) fino ad un massimo di 1 kg per persona; di cui per tutte le altre specie fino ad un massimo di 3 kg per persona. Il quantitativo complessivo per persona non può superare il peso massimo di 3 kg, mentre sono esclusi i “chiodini”(armillaria mellea) la cui raccolta non è soggetta a limiti. I limiti di raccolta non si applicano ai proprietari del fondo (che ne dimostrino il diritto) o soci del consorzio comunale con apposito permesso. In alcuni consorzi comunali e nelle foreste demaniali gestite dal Parco Aveto sussiste anche il divieto di raccolta e detenzione di funghi porcini inferiori alla misura minima di 4 cm (diametro del cappello del porcino).
3. Periodi e giorni di raccolta: I comuni, gli Enti e i consorzi gestori, possono stabilire la data di inizio e chiusura della stagione di raccolta nei boschi da loro gestiti. Altresì possono imporre dei giorni la settimana di riposo vegetativo vietando la raccolta ai non soci. Nei boschi demaniali del Parco Aveto non sono previste agevolazioni per residenti che anche loro devono osservare sia i giorni di chiusura sia le quantità e dimensioni minime dei funghi.
4. Modalità di raccolta e divieti: La raccolta dei funghi deve essere effettuata cogliendo esemplari interi e completi di tutte le parti necessari alla determinazione della specie. E’ consentito durante la ricerca l’uso di un bastone, purchè non venga impiegato per raspare il terreno, svellere i funghi o danneggiarli. I funghi raccolti devono essere riposti in contenitore idoneo, con fondo retinato per consentire la diffusione delle spore. VIETATO l’uso di rastrelli, uncini o altri attrezzi che possano danneggiare lo strato umifero, il micelio fungino e l’apparato radicale della flora. Vietato riporre e trasportare funghi in sacchetti di plastica o contenitori stagni, o zaini e borse senza il fondo retinato. Vietato raccogliere o danneggiare funghi non commestibili o velenosi. Vietato raccogliere l’ammanita cesarea allo stato di ovolo chiuso. Vietato raccogliere o trasportare funghi senza il tesserino di autorizzazione ove previsto o nei giorni di chiusura. Vietata la raccolta dei funghi nelle ore notturne. Nei boschi gestiti dai consorzi e nelle foreste demaniali è vietata la raccolta di castagne, mirtilli e frutti del bosco senza una specifica autorizzazione.
5. Sanzioni: Ad ogni infrazione delle regole sopra indicate le sanzioni vanno da un minimo di 50,00 euro sino a multipli di 100 euro a secondo della norma violata e la somma di infrazioni. La legge regionale impone la confisca dei funghi raccolti indistintamente per tutte le violazioni. Nelle foreste demaniali la sanzione minima prevista è di € 100 ma può essere moltiplicata per ogni infrazione commessa + ritiro tesserino giornaliero e sequestro del raccolto. Le sanzioni amministrative vengono riscosse dal comune territoriale di competenza, mentre i funghi sequestrati vengono consegnati al consorzio gestore che ne farà l’uso previsto dalla legge. Le sanzioni elevate nelle foreste demaniali del Parco Aveto saranno incassate dallo stesso Ente, mentre i funghi confiscati saranno consegnati all’Ente gestore o distrutti sul posto dagli agenti e in presenza del verbalizzato.
6. Rispetto del bosco e dell’ambiente: Troppo spesso l’uomo si dimentica il rispetto dell’ambiente, e confonde il bosco per una pattumiera. Teniamo a precisare che ogni oggetto gettato a terra, vi resta per mesi o per anni, difendiamo la natura portandoci a casa i nostri rifiuti. Mangiare una merendina, dissetarsi con una bibita in lattina, gettare a terra un mozzicone di sigaretta o l’intera confezione vuota, genera sporcizia ed inquinamento. Simili azioni, molto spesso fatte senza riflettere e soprapensiero possono generare “multe” molto salate se pizzicati dalle guardie di controllo, infatti l’importo del verbale amministrativo è fissato in 600,00 € in applicazione del Decreto Legislativo 152/2006 art 192 e 255. Evitate quindi di imbrattare il bosco, tenetevi in tasca o nello zaino il vostro rifiuto, ne avrete vantaggio oggi voi stessi e in futuro i vostri figli.
7. Posteggio fuori strada: Molto spesso accade di trovare vetture posteggiate all’interno di boschi (fuori strada), magari seguendo piste di trattori tracciate per il taglio degli alberi fatte negli anni e poi abbandonate e ricoperte dalla vegetazione, o addirittura inoltrarsi sulle strade forestali all’interno dei boschi demaniali. Questi casi, purtroppo ancora frequenti, prevedono un verbale amministrativo di 200,00 € (LR 38/92 art 2 e 8), che si raddoppia a 400,00 € nel caso l’infrazione si riscontri all’interno di area demaniale, aree SIC o di tutela ambientale.
8. Organi di vigilanza: Vigilano sull’osservanza della legge regionale e delle norme ambientali, Corpo Forestale, Polizia Locale, le guardie micologiche private del consorzio e le Guardie Volontarie Ambientali. Tutti questi organi di controllo possono operare sull’intero territorio provinciale, in squadre o in singolo agente, in base alle esigenze, ad esclusione delle guardie private del Consorzio che possono svolgere il servizio esclusivamente all’interno del territorio gestito dal consorzio di appartenenza.
9. Rispettare le guardie: L’incontro con gli agenti forestali, guardia boschi, guardie micologiche e guardie ambientali, oggi è frequente e te li trovi non solo dalla macchina ma pure sulle vette dei monti, in pratica anche a ore di cammino e di distanza dall’ultima strada. Le guardie conoscono il bosco e i sentieri molto bene e sanno come raggiungere i luoghi di raccolta più frequentati. Al controllo e alla richiesta dei documenti, il cercatore non può rifiutarsi o fuggire, se non vuole passare il resto della giornata in caserma e subire la denuncia penale per resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di generalità o peggio fuga. Le guardie anche se volontarie sono Agenti di PG (Polizia Giudiziaria) e sono sempre in contatto con i Carabinieri e Forestali, girano in pattuglie e in contatto radio tra loro. Da una banale giornata a funghi finire con la fedina penale macchiata, ci vuole un attimo, pensateci e prima di accedere al bosco procuratevi il permesso di raccolta funghi e rispettate le regole.
10. Occhio a non perdersi: Andare a funghi implica l’assoluta conoscenza del posto, ma non tutti sono coscienti di ciò che fanno o cosa bisogna fare; spesso presi dall’eccitazione nella ricerca si spingono “oltre” fuori dai percorsi abituali e battuti, e nei boschi fitti non è facile orientarsi, il continuo sali e scendi, il passare una valle e l’altra, o un crinale e l’altro, basta il repentino cambio climatico, una nuvola e la nebbia ti avvolge, non capisci più dove sei girato, tanto da andare dalla parte opposta di dove hai lasciato la macchina. Succede spesso nelle immense foreste demaniali del Penna, e in tali casi utilissimo avere il telefono ben carico, se non incontri le guardie prima, per chiamare soccorso e non passare la notte al freddo nel bosco.
11. Occhio a non farsi male: Ma non vi è solo il pericolo di perdersi, anche l’incidente può accadere per distrazione o incauta scelta di percorrere un passaggio ripido ed instabile; anche una banale scivolata se si è soli nel bosco può essere molto pericolosa, una frattura o un brutto colpo con il corpo contro un albero o una roccia può tramutarsi in tragedia. Essere almeno in due ti assicura un soccorso, una richiesta di aiuto. L’intervento dei soccorsi sui monti non è immediato anche se le guardie girano in zona, a volte ci vuole fortuna e un compagno di ricerca diventa determinante per toglierti da quella brutta situazione, a meno che chiamati i soccorsi puoi localizzare la tua posizione con le app dei moderni telefonini e risolvere al meglio il brutto incidente. Purtroppo con la stagione dei funghi aumentano in modo spropositato i servizi di soccorso e recupero per infortuni gravi o meno gravi, anche utilizzando gli elicotteri e i cani addestrati. Avere un telefono ed un compagno ti può salvare la vita.
GIORNI DI CHIUSURA e PREZZO PERMESSI nei CONSORZI del TIGULLIO: Nel Tigullio sono numerosi i Consorzi che Regolamentano la raccolta dei funghi, e tra loro vi è abbastanza omogeneità nel costo dei permessi giornalieri, ma differiscono invece i giorni di chiusura tanto che spesso il cercatore va in confusione, per cui riportiamo un piccolo estratto sperando di far chiarezza:
· PARCO AVETO GE (Foreste Demaniali Lame – Penna – Zatta )
Giorno di Chiusura x tutti: Lunedì e Venerdì (stagione di raccolta 1/5 -30/12) – Tesserino giornaliero: 10 €,
Autorizzata la Raccolta senza tesserino: dall’età di 75 anni in poi (obbligo documento d’identità) e per i minori di 14 anni (se accompagnati da un adulto) e concorre al quantitativo giornaliero dell’adulto. informazioni 0185.343370 –
vietata x tutti la raccolta/detenzione di funghi porcini inferiori a cm 4 (diametro cappello) Sul permesso presente scala millimetrica x controllo diametro del fungo; vietata x tutti la raccolta/detenzione di funghi in quantita’ superiore ai 3 kg e la detenzione in contenitori stagni; vietato x tutti accesso e raccolta funghi durante le allerte meteo arancione e rossa; vietato x tutti la raccolta nelle ore notturne e utilizzo di fonti luminose; vietato x tutti la ricerca di funghi ed accesso al bosco nel giorno di chiusura (consentito percorrere solo i sentieri tracciati)
· CONSORZIO MONTE AIONA – BORZONASCA (Monte Aiona, Prato Mollo, Monte Ghiffi)
Giorno di Chiusura: Lunedì / Giovedì / Venerdi – Tesserino: giornaliero 10 € (nessuna agevolazione x minori o anziani) vietata x tutti la raccolta/detenzione di funghi porcini inferiori a cm 4 (diametro cappello); vietata la raccolta/detenzione di funghi in quantita’ superiore ai 3 kg (esenti i soci del consorzio) e la detenzione in contenitori stagni; vietato x tutti la raccolta nelle ore notturne e utilizzo di fonti luminose; vietato la ricerca di funghi ed accesso al bosco nel giorno di chiusura (ai non residenti consentito percorrere solo i sentieri tracciati)
· CONSORZIO ALTA VALLE STURLA – BORZONASCA (M. Ramaceto, Giacopiane, Bocco, Giaiette, Zatta)
Giorno di Chiusura: Giovedì / Venerdì – Tesserino: giornaliero 10 euro;. Esenti da permesso minori di 14 anni e maggiori di 75 anni (residenti), con documento di identità.– vietata la raccolta/detenzione di funghi in quantita’ superiore ai 3 kg (esenti i soci del consorzio) e la detenzione in contenitori stagni. vietato x tutti la raccolta nelle ore notturne e utilizzo di fonti luminose
· CONSORZIO COMUNALE DI MEZZANEGO – VALLE STURLA (ex Comunità Montana)
· CONSORZIO COMUNALE DI NE’ – VAL GRAVEGLIA (ex Comunità Montana)
Giorno di Chiusura: Lunedì / Mercoledì / Venerdì (stagione di raccolta 1/5 -30/11) –
Tesserino: giornaliero 8 euro(da confermare) . Esenti da permesso minori di 14 anni e maggiori di 70 anni (residenti), con documento di identità.– Per informazioni 0185.337090 . vietata la raccolta/detenzione di funghi in quantita’ superiore ai 3 kg (esenti i soci del consorzio) e la detenzione in contenitori stagni. vietato x tutti la raccolta nelle ore notturne e utilizzo di fonti luminose
· CONSORZIO COMUNALE DI REZZOAGLIO Giorno di Chiusura: Martedì e Venerdì Tesserino giornaliero 10 euro. Esenti da permesso minori di 14 anni e maggiori di 80 anni, con documento di identità. vietata la raccolta/detenzione di funghi in quantita’ superiore ai 3 kg (esenti i soci del consorzio) e la detenzione in contenitori stagni. vietato x tutti la raccolta nelle ore notturne e utilizzo di fonti luminose
· CONSORZIO MONTE ORAMA (Vicosoprano, Vicomezzano, Lovari, Alpepiana) Giorno di Chiusura: Martedì e Venerdì -Tesserini: giornaliero 10 euro ; vietata la raccolta/detenzione di funghi in quantita’ superiore ai 3 kg (esenti i soci del consorzio) e la detenzione in contenitori stagni. vietato x tutti la raccolta nelle ore notturne e utilizzo di fonti luminose · CONSORZIO COMUNALE VALPENNA (Comune S. Stefano d’Aveto) boschi di Gavadi, Villa Neri, Casoni, Alpicella, Monte Grosso, Amborzasco, M. Aiona versante padano, M. Penna sino al m. Martincano:
Giorni di chiusura: Martedì e Giovedì – Tesserini: giornaliero 10 euro. Per i minori di anni 10 è consentita la raccolta senza tesserino, purchè accompagnati da persona adulta con tesserino. Vietata la raccolta/detenzione di funghi in quantita’ superiore ai 3 kg (esenti i soci del consorzio) e la detenzione in contenitori stagni. vietato x tutti la raccolta nelle ore notturne e utilizzo di fonti luminose · CONSORZIO INTERCOMUNALE FAVALE/LORSICA/ORERO – Val Fontanabuona
Giorno di chiusura: Martedì e Venerdì (stagione di raccolta 1/5 -30/12) – Tesserino: giornaliero euro 10 – Esenti da permesso minori di 12 anni e maggiori di 75 anni, con documento di identità. vietata la raccolta/detenzione di funghi in quantita’ superiore ai 3 kg (esenti i soci del consorzio) e la detenzione in contenitori stagni. vietato x tutti la raccolta nelle ore notturne e utilizzo di fonti luminose. Per informazioni rivolgersi al Comune
· CONSORZIO COMUNALE DI NEIRONE – Val Fontanabuona Giorno di Chiusura: Mercoledì
Tesserino: giornaliero 8 euro anche con versamento ccp n°83672535. (prezzo da confermare); vietata la raccolta/detenzione di funghi in quantita’ superiore ai 3 kg (esenti i soci del consorzio) e la detenzione in contenitori stagni. vietato x tutti la raccolta nelle ore notturne e utilizzo di fonti luminose. Per informazioni rivolgersi al Comune.
· CONSORZIO COMUNALE DI MONTEBRUNO – Val Trebbia Giorno di Chiusura: Mercoledì Tesserino: giornaliero 10 € vietata la raccolta/detenzione di funghi in quantita’ superiore ai 3 kg (esenti i soci del consorzio) e la detenzione in contenitori stagni. vietato x tutti la raccolta nelle ore notturne e utilizzo di fonti luminose. Per informazioni rivolgersi al Comune.
E’ un supplemento della Testata Genova Post Registrata presso Tribunale di La Spezia N° 1/2009
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